L’incontinenza urinaria è uno dei disturbi più diffusi tra le donne e, nello stesso tempo, una delle più ignorate e nascoste. Si tratta infatti di un malessere che può causare forti sensazione di disagio e di inadeguatezza. Proprio per questo, molte donne tendono a nasconderlo. Eppure, una volta comprese le cause che la hanno generata, l’incontinenza può essere trattata in maniera efficace, con notevoli miglioramenti. Vediamo come.
Cos’è l’incontinenza femminile
Di per sé, l’incontinenza, ovvero la perdita involontaria di urina, è un disturbo che colpisce sia l’universo maschile (incontinenza urinaria maschile) che quello femminile (incontinenza urinaria femminile). Tra le donne, però, è molto più diffuso, soprattutto nelle sue forme lievi, anche in età piuttosto giovane. Secondo le stime, solo in Italia, due milioni e mezzo di donne accusano disturbi legati all’incontinenza e circa il 10% delle ragazze sotto i 30 anni ne sono colpite. Questa maggiore incidenza tra le donne è spiegabile con diverse ragioni:
- conformazione dell’apparato urinario femminile rispetto a quello maschile: l’uretra è sensibilmente più corta;
- diminuzione dei livelli ormonali: il fisiologico calo di estrogeni causato dall’avanzare dell’età;
- gravidanza: il parto può causare un indebolimento del pavimento pelvico e dei muscoli della parete vescicale.
La maggioranza delle donne che soffrono di incontinenza, però, non arriva mai a una vera e propria diagnosi medica, non si rivolge ad uno specialista e non avvia nessuna terapia specifica. Il motivo è semplice: la vergogna. L’incontinenza urinaria, infatti, anche quando lieve, provoca forti disagi psicologici, oltre a quelli fisici, profonde difficoltà nel vivere le occasioni pubbliche della vita quotidiana. Il suo acuirsi può addirittura spingere verso un progressivo isolamento sociale. Intervenire in tempo, invece, permetterebbe di avviare cure efficaci e migliorare la qualità della vita della paziente.
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Le cause dell’incontinenza urinaria femminile
Ovviamente, alla base di una valida terapia c’è la corretta identificazione della tipologia di incontinenza, legata alla sua causa. Ne possono essere identificati quattro tipi, ognuno con le sue cause scatenanti.
Incontinenza da sforzo o da stress
Si verifica a seguito di un aumento della pressione addominale, a volte basta anche un semplice starnuto o un colpo di tosse. E’ una delle casistiche più diffuse e può avere una molteplicità di fattori scatenanti. Le donne in sovrappeso, ad esempio, possono andare incontro a questo tipo di disturbo, così come quelle che hanno avuto parti complicati, con forte impatto sui tessuti muscolari, o quelle in menopausa. Più rare ma comunque presenti, le malformazioni congenite dell’uretra, che possono essere annoverate tra le cause dell’incontinenza da sforzo.
Incontinenza urinaria da iperattività della vescica
Legata ad un’anomala attività spontanea del muscolo che ricopre la parte interna della vescica. E’ legata a patologie molto serie del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson,la spina bifida o la sclerosi multipla. In tutti questi casi, l’incapacità da parte del malato di controllare pienamente i suoi movimenti colpisce anche la zona vescicale.
Incontinenza urinaria da urgenza
Collegata all’insorgere improvviso di un forte bisogno di urinare. Normalmente si è in grado di controllare tale stimolo, fino al momento in cui si raggiunge un servizio igienico. Nelle persone affette da questo disturbo, invece,questa capacità non c’è o è ridotta. Accade tipicamente alle persone anziane, perché frutto di un indebolimento muscolare. Può anche essere conseguenza di parti naturali piuttosto complessi.
Incontinenza urinaria da rigurgito
Provocata da un’incapacità della vescica di svuotarsi completamente, riempendosi quindi oltre il limite fisiologico e causando una pressione eccessiva sullo sfintere. Anche in questo caso le motivazioni possono essere diverse. Questo disturbo, infatti può essere collegato a diverse patologie dell’apparato urinario: sclerosi a placche, calcoli, stenosi dell’uretra, tumori.
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Come si diagnostica e come si cura l’incontinenza femminile
Come detto, la corretta diagnosi dell’incontinenza femminile è spesso ostacolata dalla reticenza di chi ne soffre nel recarsi da uno specialista. Molte donne, inoltre, la considerano un problema incurabile. In realtà non è affatto così, con una diagnosi corretta e l’adeguata terapia, si può risolvere o almeno migliorare molto. La prima cosa da fare è prenotare una visita presso un ginecologo di fiducia. Altri esami correlati possono essere le analisi delle urine, la urino coltura, l’ecografia dei reni e della vescica ed infine un esame uro dinamico.
Le possibilità di intervento sono diverse e dipendono, ovviamente, dalla tipologia di incontinenza e dallo stato di salute della paziente.
Gli esercizi di rafforzamento del pavimento pelvico
L’incontinenza è essenzialmente collegata ad una debolezza dei muscoli che interessano l’apparato urinario. Un primo approccio terapeutico, quindi, è quello riabilitativo che passa attraverso l’esecuzione regolare di determinati esercizi per il rafforzamento muscolare localizzato. Tra questi, i più noti, sono senza dubbio gli esercizi di Kegel. Ne abbiamo già parlato diffusamente qui.
La terapia farmacologica
L’approccio farmacologico è un’altra possibilità di trattamento dell’incontinenza, che va però calibrato con scrupolo, prestando attenzione agli effetti collaterali che determinati farmaci possono causare. La scelta della terapia farmacologica migliore dipende dal tipo di incontinenza. Le possibilità principali sono:
- Farmaci antimuscarinici, anticolinergici e antispastici: servono a rilassare i muscoli e a evitarne la contrazione incontrollata
- Farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della seratonina: utilizzati nel trattamento dell’incontinenza da sforzo, sia lieve che grave
- Farmaci ormonali: puntano ad agire sulle cause di incontinenza derivanti dalla menopausa
L’intervento chirurgico e il laser vaginale
E’ un approccio che mira ad intervenire per correggere le i problemi dello sfintere o attraverso chirurgia plastica, o attraverso introduzione di protesi, o infine attraverso iniezioni di collagene. Una valida alternativa a interventi comunque invasivi, invece, è rappresentata dal laser vaginale, di cui abbiamo già parlato qui.